L'esperienza di laboratorio più nota nell’ambito del collaudo e della certificazione di prodotto è la scarica elettrostatica che consiste nel rilascio repentino di elettricità statica tra corpi a differenti potenziale. Questa scarica, nel quotidiano è sempre dell’ordine dei KVolts.
La scarica elettrostatica più complessa e familiare è probabilmente quella generata dalla scorrimento di grandi masse d’aria sulle nostre teste che porta alla formazione, in ultimo, dei fulmini con la cessione improvvisa di grandi quantità di energia.
Nel quotidiano sperimentiamo effetti dell’elettricità statica quando scendendo da un veicolo avvertiamo una forte scossa elettrica o, nelle secche giornate di inverno, quando andiamo ad avvicinarci ad un oggetto metallico riportato a terra o ad un altra persona; i due corpi in questo caso, riequilibrano le rispettive carche elettriche, scambiandosi un cospicuo potenziale elettrico.
La prova delle scariche nasce appunto dell’esigenza di riprodurre in laboratorio l’effetto di una persona che avvicinandosi carica di elettricità statica provoca sul funzionamento di un dispositivo elettronico.
Le scariche elettrostatiche quando colpiscono i dispositivi elettronici, spesso, ne causano il malfunzionamento (se non opportunamente protetto) che può andare da una lieve deviazione delle caratteristiche funzionali fino ad una vera e propria rottura.
Nell’ambito della certificazione CE di prodotto la prova delle scariche elettrostatiche riveste un momento cruciale nella caratterizzazione delle prestazioni di un dispositivo.
La norma tecnica europea che regola, descrive e normalizza i metodi di prova per le verifiche di suscettibilità alle scariche elettrostatiche (conosciute anche con l’acronimo ESD) è la EN 61000-4-2 che riprende sostanzialmente i dettami della norma internazionale IEC 61000-4-2.
Spesso nei reparti di ricerca e sviluppo delle proprie aziende si cerca di ricreare artigianalmente le condizioni di prova di questa norma con dispositivi piezoelettrici o simili, ma solo eseguendo la stessa con i generatori di prova descritti nella EN e rispettando gli schemi dei set-up rappresentati si può avere certezza che la prova sia rappresentativa dell’effettiva immunità a questo disturbo del prodotto in prova. Dispositivi di prova che non siano generatori ESD riconosciuti non garantiscono l’esatta riproducibilità delle scariche di prova e portano notevolmente a falsare i risultati della prova.
Nel laboratorio di prova di OCE, con il generatore di prova giusto e attraverso l’allestimento dei set-up 
richiesti dalla norma si può riprodurre costantemente il fenomeno delle scariche e descrivere al meglio il comportamento degli apparati in collaudo.
La prova delle scariche elettrostatiche si divide in due macro tipi: le scariche dirette e le scariche indirette.
Le scariche indirette vengono applicate al dispositivo in prova con il generatore collegato a piani di massa non direttamente a contatto con il dispositivo e coordinati a terra con impedenze descritte dalla norma. Il campo elettromagnetico generato in prossimità del dispositivo in prova può provocare avarie quali disconnessioni di linee segnali e perdite di sincronismi.
Le scariche elettrostatiche dirette si applicano in modi differenti: o per contatto diretto con le parti metalliche del dispositivo o in aria con le parti di materiale isolante dello stesso. Gli effetti della scarica elettrica può essere mitigata con studiati collegamenti di messa a terra delle strutture o distanze in aria che non consentano la scarica del generatore. Ne fanno spesso le spese, in questo caso, collegamenti che affiorano sui cruscotti (pulsantiere di comando) dei dispositivi o display non adeguati o installati in maniera non idonea.
L’esecuzione delle prova prevista dalla EN 61000-4-2 si ritrova nei piani di certificazione della quasi totalità dei dispositivi elettronici.
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